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Genitori e Figli

Crescere figli maschi e figlie femmine: le sfide del genere

Annalisa Valsasina, psicoterapeuta e cofondatrice di Matrioska Group E’ molto probabile che tutte le mamme e papà si ricordino esattamente i pensieri e le emozioni provate nel sentire pronunciare per la prima volta la fatidica frase “E’ un bel maschietto, signora!” oppure “E’ una bella femminuccia!”. Quello che forse non tutti sanno è quanto questa di per sé semplice informazione su nostro figlio, sia un importante fattore intorno a cui costruiremo da subito tutta una serie di fantasie e aspettative, ancora prima che il bambino nasca. Il genere infatti rappresenta un forte catalizzatore di significati, sia sociali che individuali, che inevitabilmente influenzeranno il modo in cui ci rapporteremo al bambino in arrivo e il modo in cui interpreteremo i suoi comportamenti e atteggiamenti, fin dalla gravidanza.

Insegniamo ai nostri figli la regola del Quinonsitocca

Circa un bambino su cinque è vittima di varie forme di abuso o di violenza sessuale. Non permettere che accada al tuo bambino. Insegna al tuo bambino la Regola del Quinonsitocca.

Scarica qui la storia da raccontare al tuo piccolo (il prima possibile).



Che cosa è la Regola del Quinonsitocca? È semplice: un bambino non deve lasciarsi toccare le parti del corpo che sono generalmente coperte dalla biancheria intima. E non deve toccare gli altri in quelle parti. La Regola aiuta inoltre a spiegare al bambino che il suo corpo gli appartiene, che ci sono segreti buoni e segreti cattivi, e modi di toccare buoni e modi di toccare cattivi.

E’ stata studiata per aiutare i genitori e quanti si occupano dell’infanzia ad avviare un dialogo con i bambini sull’argomento. Può rivelarsi un mezzo efficace per prevenire gli abusi sessuali.

Quinonsitocca comprende 5 aspetti importanti.

Genitori efficaci. Un corso a Bari

Per tutte le mamme baresi ecco un corso per “Genitori Efficaci”( Metodo formativo T. Gordon- La relazione genitori figli. Come crescere figli responsabili). L’incontro illustrativo giovedi 20 febbraio ’14 V.le Japigia 135 ore 18.30 (c/o sede “coop.Dinamica Onlus”) a cura della formatrice Palma Matarrese. Perché seguire il corso “Genitori Efficaci”? Per guidare la macchina ci vuole la patente, per qualsiasi professione ci vuole una formazione, un tirocini, e per essere genitore?

Mamme in lacrime e bambini che non mangiano

Nel consultorio famigliare dell’Associazione Pollicino e Centro Crisi genitori Onlus – Centro per la Clinica dei disturbi alimentari in età pediatrica – spesso siamo contattati da genitori di bambini piccoli, cioè sotto i tre anni di età, che “non mi mangiano niente” o “mangiano” solo latte e biscotti e non assaggiano niente di quello che cuciniamo” o ancora “sputano la pappa e girano la testa di fronte al cucchiaino” . In genere in queste occasioni è la mamma del piccolo a chiedere aiuto e lo fa in un modo che lascia trapelare una forte ansia e un grande vissuto di fallimento. Per esempio, può accadere che le mamme nel descrivere il comportamento del loro bambino con il cibo, siano colte da improvvisa emotività riuscendo finalmente a piangere e ad esternare la loro profonda preoccupazione e impotenza. Questa tristezza spesso rivela l’esistenza di una ferita, una frustrazione, che scaturisce dallo stesso rifiuto alimentare dei loro piccoli. L’esperienza consultoriale, quindi, ci ha portato a leggere un fenomeno che si ripete spesso e si traduce un binomio sempre più presente: nel bambino piccolo un comportamento alimentare improntato al rifiuto e nella madre un vissuto emotivo di grande tristezza.

L’avventura della crescita - Eccomi!

La prima modalità con cui il bambino si affaccia al mondo coincide con il primo vagito, il suo primo pianto che spesso genera sollievo nella madre: è vivo, piange, è andato tutto bene.

Il pianto del bambino alla nascita è però, a livello fisiologico, un pianto di dolore: l’aria che il bambino respira appena dopo il parto è per lui una sensazione nuova e fastidiosa in quanto va ad asciugare le tenere mucose della bocca e che apre poi i polmoni. Quello che il neonato prova è dunque una sensazione di spiacevole dolore e bruciore che manifesta piangendo e che generalmente  si placa con il primo abbraccio della mamma che, accogliendolo, lo rassicura.