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Genitori e Figli

Il regalo più bello per i tuoi figli? Il tuo tempo

Il diritto al tempo con i genitori, il diritto alla cultura, al gioco, al tempo libero vennero per la prima volta sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo, firmata a New York il 20 novembre 1989 e ratificata in quasi tutti i Paesi. Da allora anche la Giustizia ha iniziato a fare i conti con il diritto al tempo: per tale ragione il Giudice Minorile, prima di dichiarare una coppia idonea all´affidamento o all´adozione di un bambino, indaga sulla quantità e sulla qualità del tempo che gli affidatari o gli adottanti gli dedicheranno. Per tale medesima ragione, nelle separazioni tra coniugi, il fattore tempo svolge un ruolo sempre primario per decidere il genitore affidatario (quale dei due coniugi abbia più tempo da dedicare ai figli).

La bella addormentata nel bosco

Per la rassegna "Gentitori e bimbi", una nota della Dott.ssa Giuditta Mastrototaro, Pedagogista e mamma di tre bambini.

Come nella favola la bella addormentata nel bosco dove tutte le fate del regno vennero a vedere la bimba nata dal re e dalla regina e gli furono dati molti doni. Così molti amici e parenti vengono a vedere il nuovo nato e gli regalano: kit biberon per augurare un buon inizio con il latte artificiale, invece del seno materno, la radiolina per ascoltare la bimba quando i suoi genitori non sono con lei, invece che stargli accanto e un libro per insegnare al bambino a dormire tutta la notte, invece che rispettare i suoi ritmi naturali. Tutte le persone del regno non mancarono di far recapitare anche ai due sprovveduti genitori tutti i consigli e le raccomandazioni utili per allevare una bambina/o perfetto: non prenderla in braccio altrimenti si vizia, non cedere ai suoi pianti, dargli da subito le regole. Quel regno e quel paese sono più vicini che mai, sono tutti pronti a consigliare come fare con i bambini e a stabilire regole che vadano bene per tutti. La base per tutte queste cicale della televisione o degli esperti è sempre la stessa: non entrare in connessione con i bambini e con i loro bisogni e sentimenti, ma scegliere la via dell’addomesticamento, dell’alimentazione a orari per non dare troppo fastidio a mamma e papà, del dormire tutta la notte per far riposare i genitori e punizioni e premi per impostare da subito il bambino come fosse un decoder.

Genitori normali per un figlio speciale

Giosuè ha occhi azzurri che incantano e un problema: è autistico.
Fino all’età di circa due anni era tutto normale, mangiava da solo, contava fino a tre, pronunciava il nome dei nonni e le prime parole. Poi, un po’ alla volta, ha iniziato a chiudersi, a non parlare, a isolarsi, a farsi aiutare per mangiare. Abbiamo pensato ad una normale regressione causata dalla imminente nascita della sorellina, ad una manifestazione di gelosia.
La pedriatra che a quell’epoca l’aveva in cura capì il problema, ma non ci spiegò molto, si limitò a dirci, con voce alterata: “Ma non vedete in che condizioni è il bambino? Portatelo da uno psicologo!”.

Autoritari o permissivi? I dubbi dei genitori

Ti capita di avere dubbi su come gestire i conflitti con i tuoi figli? Rimani spiazzato dai “capricci” e a volte sei confuso su quale sia la strategia migliore per gestirli? Hai l’impressione che esistano principalmente due modi di essere genitori: quello autoritario e quello permissivo? Ti capita di sentirti portato verso uno dei due oppure di oscillare tra i due? Ogni tanto non sai proprio che fare e come uscirne? A volte non riesci proprio a farti ascoltare da tuo figlio oppure ti capita di perdere la pazienza? Sei in buona compagnia: spesso i genitori possono sentirsi confusi su questi temi ed a volte un po’ disarmati. Esiste una terza via, è possibile accrescere la qualità della relazione con i nostri figli migliorando le nostre modalità di comunicazione e di ascolto, con loro. E’ possibile favorire l’autonomia ed il senso di responsabilità dei nostri figli ed allo stesso tempo la loro autostima e la loro capacità di entrare in sintonia con gli altri, è possibile gestire i conflitti in famiglia in modo che tutti si sentano rispettati e compresi.  Thomas Gordon ha provato a dare una risposta a queste  e molte altre domande creando un corso di formazione sulla comunicazione tra genitori e figli, il corso è il notissimo “Genitori Efficaci”. 

Che cosa dovrebbe sapere un bambino di quattro anni?

Riportiamo un interessante intervento di Alicia Bayer.

Di recente guardavo una bacheca sull'educazione dei figli e ho letto il messaggio di una madre preoccupata perché suo figlio, di quattro anni e mezzo, non sapeva abbastanza cose. "Che cosa dovrebbe sapere un bambino di quattro anni?", chiedeva. Sono rimasta non solo rattristata ma anche profondamente contrariata dalla maggior parte delle risposte. Una mamma postava una minuziosa lista di tutte le cose che suo figlio sapeva o era in grado di fare. Contare fino a dieci, elencare i pianeti, scrivere il suo nome e cognome e così via. Altre intervenivano sullo stesso tono, elencando tutte le cose che i loro figli - alcuni di soli tre anni - sapevano o erano in grado di fare. Poche altre rispondevano che ogni bambino si sviluppa in base ai propri tempi e che non era il caso di preoccuparsi.