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In Africa sub-sahariana 1 bimbo su 9 non arriva a 5 anni

Il 16 giugno ricorre la Giornata Mondiale del Bambino Africano: AMREF richiama l'attenzione dell'opinione pubblica, dei policy makers e dei media sulla condizione ancora tragica dei minori a sud del Sahara. Quotidianamente nel mondo muoiono ancora 19.000 bambini sotto i 5 anni. L'Africa sub-sahariana, anche se in ritardo rispetto alle altre regioni, ha registrato un calo del 39% del tasso di mortalità sotto i 5 anni fra il 1990 e il 2011. Tuttavia in media, nell'area, ancora 1 bambino su 9 non raggiunge il quinto compleanno.

I dati forniti dal coordinamento delle Agenzie delle Nazioni Unite per l'Infanzia mostrano come, a livello globale, le principali cause di mortalità sotto i 5 anni sono: polmonite (18%), complicanze per parti pre-termine (14%), diarrea (11%); complicanze durante il parto (9%), malaria (7%) . La polmonite è la principale causa di mortalità sotto i 5 anni e provoca, nel mondo, il 18% di tutti i decessi sotto quella soglia di età. Solo nel 2011 ha causato la scomparsa di circa 1,3 milioni di bambini, soprattutto in due regioni: Africa sub-sahariana e in Asia meridionale.
Quasi tutte le morti per malaria avvenute nel 2011 (circa 0,5 milioni) si sono verificate nell'Africa sub-sahariana. Un decennio di prevenzione dalla malaria ha salvato la vita a circa un milione di bambini.
Il 40% circa dei decessi tra i bambini sotto i 5 anni si verifica durante il periodo neonatale (cioè durante i primi 28 giorni di vita). Nel 2011 questo dato corrispondeva a circa 3 milioni di decessi in tutto il mondo. Anche in questo caso, i dati più preoccupanti si registravano  in Asia meridionale e Africa sub-sahariana, le due regioni che registrano sia i più alti tassi di mortalità neonatale sia il maggior numero di nascite annuali. La maggior parte delle morti neonatali deriva da complicanze dovute a nascite pre-termine o a problemi collegati al parto.
A livello mondiale, più di un terzo delle morti sotto i 5 anni è legato alla malnutrizione.
In assenza di terapie adeguate, il 50% dei bambini con infezione da HIV muore prima dei due anni. Nei paesi con alto tasso di HIV, in particolare nell'Africa sub-sahariana, il numero di morti fra i bambini sotto i 5 anni  per cause collegate al virus, nel 2010, è compreso tra il 10% in Mozambico e Zambia e il 28% in Sud Africa.

Malattie e malnutrizione non sono però gli unici fattori di alto rischio per i bambini africani: sono centinaia di migliaia quelli vittime di guerre, i rifugiati e gli sfollati, i minori lavoratori e quelli che non hanno accesso all'istruzione, i bambini sfruttati sessualmente che vivono per strada, le bambine vittime di mutilazioni genitali femminili.

I progetti di AMREF includono trasversalmente l'Infanzia come una delle linee strategiche di intervento più importanti.
Attraverso l'implementazione della Gestione Integrata della Malattia Infantile (IMCI), AMREF utilizza un approccio olistico che considera tutti gli aspetti della salute infantile. Questo significa che AMREF lavora per il trattamento, la prevenzione, la cura e la gestione comunitaria della condizione di salute psico-fisica del bambino: per questo portiamo prevenzione attraverso i programmi di vaccinazione comunitaria; cura e trattamento delle malattie attraverso il nostro lavoro nei Centri di Salute, la formazione di personale sanitario in loco anche nelle zone più remote e periferiche, il servizio dei Flying Doctors; accesso all'acqua pulita e servizi igienici sicuri; lotta alla malnutrizione; istruzione e formazione scolastica e professionale. E per questo, ancora, AMREF opera in contesti drammaticamente segnati dall'emarginazione e dalla povertà, in cui centinaia di migliaia di bambini, orfani o fuggiti dalle famiglie, sono costretti a vivere per le strade delle grandi città africane, tra fame, violenza, droga, sfruttamento e prostituzione minorile. Il diritto alla protezione, al gioco, all'istruzione e all'affetto familiare costituiscono obiettivi altrettanto prioritari dei progetti di AMREF per l'infanzia.