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Il mio 8 marzo

Le strade sono piene di ambulanti che vendono a poco prezzo rametti di mimosa e le bacheche di Facebook sono piene di messaggi di simpatizzanti o meno. Di cosa parlo? Basta andare sul doodle di Google e la risposta è servita: è la giornata internazionale della donna (comunemente definita festa della donna). Oggi c’è chi si dissocia dal genere femminile e da quello femminista perché non ha bisogno di una festa per gratificare l’esser donna; c’è chi è convinta che non saremo mai uguali agli uomini (ma chi vuole esserlo?!); chi si intristisce a vedere comitive di donne a cena fuori e chi sottolinea che non c’è niente da festeggiare ma dovrebbe essere un giorno di commemorazione.  Io non amo questa giornata e soprattutto non sopporto le mimose (utilizzate all'epoca perché di poco valore … lo stesso che si concede spesso alle donne) ma uso ogni pretesto/mezzo/festa/commemorazione per ricordare che "le donne vanno rispettate" sempre, non solo l'8 marzo.

Secondo statistiche ONU, una donna su tre, al mondo, è stata picchiata, forzata ad avere rapporti sessuali, o ha comunque subito abusi almeno una volta nella vita. In Italia la condizione femminile non è delle peggiori rispetto ad altri paesi del Globo anche se da noi  il numero delle donne uccise per mano degli ex mariti o fidanzati non è mai stato così elevato: sono 124 le donne brutalmente uccise nel 2012.

Per non parlare dei dati annuali dell’Osservatorio del Telefono Rosa che sono da pelle d’oca: l’82% delle donne dichiara di avere figli che assistono alle violenze. La chiamano violenza assistita. Non basta quindi essere umiliate e violentate come donne, oggi anche come madri. Le conseguenze? Lo sappiamo tutti che crescere in un clima violento fa acquisire uno schema di relazione aggressivo che per forza di cose si tenderà a ripetere all’interno delle proprie relazioni affettive da adulti. I bambini, i ragazzi di oggi saranno gli uomini di domani.

Ringrazio di esser nata donna perché la vita mi ha regalato la maternità ma non posso negare che dal 1908 ad oggi, nel mondo lavorativo, son cambiate davvero poche cose perché nel 2013 esser donne/mamme/lavoratrici sembra quasi una bestemmia. La giornata di oggi la trascorrerò al cinema, assieme a tante altre mamme con i loro bebè. Sarà una giornata d’incontro con momenti di riflessione ma anche un pretesto per uscire insieme divertendosi. Ovviamente porte aperte anche ai papà. Che male c’è?