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L'alfabeto delle mamme

vignetta - alfabeto delle mammeA come ambivalenza. La maternità porta con sé una naturale ambivalenza tra due diverse polarità: da una parte c’è l’essere madre, generosa, disponibile, solida ed accudente per il proprio figlio, dall’altra c’è il desiderio di restare figlia, compagna, professionista e dunque, a seconda degli ambiti, bisognosa e accudita, complice e seduttiva, autonoma e competente.

B come bisogno, di essere riconosciuta come madre competente e premurosa, di ricevere dal proprio uomo tenerezze e attenzioni come donna, di trovare sostegno nel sistema perché la gioia della maternità è infinita, ma anche la fatica, gli effetti collaterali, i dubbi, le curiosità, i momenti giù, la vita che cambia e non sempre si è d'accordo.

C come co-sleeping, consuetudine praticata dal 90% delle popolazioni del mondo. Mio figlio si abbandona al sonno così, quasi subito, fiducioso, sereno, felice. Non ho avuto il coraggio di spostarlo nella sua stanzetta, voglio godermelo il più possibile, cosciente che un giorno quel momento arriverà… e se ora nel lettino qualche volta piange lui… quel giorno nel lettone piangerò io.

D come diritti. Una parola che ci ricorda quello che noi adulti dobbiamo fare per assicurare ai bambini e agli adolescenti salute, educazione e  protezione.

E come esperienza. La nascita di un figlio rappresenta per i genitori un'esperienza di profondo cambiamento  sul piano affettivo, personale, relazionale e sociale. Un’esperienza che farà crescere tutti, ogni giorno.

F come folico, il principale integratore per prevenire in gravidanza difetti del feto a carico del tubo neurale (spina bifida). L’acido folico, la vitamina B9, deve essere assunto da tutte le donne almeno un mese prima del concepimento e per tutto il primo trimestre di gestazione.

G come gratitudine. Essere grati significa scoprirsi esseri umani più completi. Quando non diamo più le cose per scontate, ci ritroviamo in mano la gratitudine che unisce e consolida. Ringraziamo i nostri cari per ogni gesto affettuoso, per ogni frase tenera e anche solo per la loro presenza.

H come Heimlich, la tecnica di primo soccorso per rimuovere un'ostruzione delle vie aeree. Tutte le mamme la dovrebbero conoscere (info qui)

I come imperfetta. Vi sono alcune neomamme che vivono l’esperienza della maternità preoccupandosi costantemente e cercando di essere la “mamme perfetta”. E allora, qual è la mamma perfetta? Quella apprensiva che vive in simbiosi con il proprio bebè o quella votata all'indipendenza personale e della prole? La mamma perfetta non esiste, siamo tutte imperfette.

L come lavoro. Affrontare contemporaneamente lavoro e maternità è una delle scommesse più difficili dell'emancipazione femminile: essere donne capaci di affermarsi professionalmente, economicamente indipendenti, senza rinunciare a diventare madri. Cosa succede davvero nel mondo del lavoro quando una donna comunica che da li a qualche mese diventerà una mamma? (info qui)

M come maternità. Difficile esaurire l’argomento con un solo punto di vista. Più utile e forse più importante è provare a mettere insieme tanti sguardi, affrontare paure, gioie, emozioni, sensi di colpa, occuparsi della salute, del lavoro, di cosa significhi essere famiglia. Solo così si può costruire una reale identità. Da una donna che diventa madre ci si aspetta che trovi un equilibrio passando dalla manager sempre connessa al suo smartphone, alla compagna di mister 50 Sfumature di grigio, alla mamma che ricama il corredino al proprio bebè e partecipa alle riunioni di classe portando un dolce fatto in casa.

N come no. Saper dire di no è “conditio sine qua non” dell’essere padri e madri. Li chiamano i no che aiutano a crescere perché allenano i piccoli ad affrontare la frustrazione che la sfera extrafamiliare inevitabilmente riserverà loro. Una vera e propria palestra emotiva per i figli ma anche e soprattutto per i genitori.

O come odore, quello del bebè che fa "innamorare" le mamme. L'aroma emanato dai bambini appena nati, infatti, attiva i centri cerebrali del piacere nelle neo-mamme.

P come paura. Paura della realtà, del futuro, dei pericoli, di non essere all’altezza del ruolo che la vita ti ha concesso.

Q come quesito, perché non è affatto facile orientarsi tra i mille interrogativi che la maternità pone quotidianamente.

R come rialzarsi. Le madri, come i loro bambini, imparano a camminare cadendo e rialzandosi. Sia per le une che per gli altri, dopo ogni caduta, la voglia di provarci ancora dipende anche dal conforto offerto dalla presenza dell'altro: primo fra tutti il marito o compagno, ma anche quelle figure professionali, ostetriche, ginecologi, pediatri, che prestano le prime cure alla neomamma e al suo bambino.

S come sonno. E qui potremmo aprire un sondaggio. Quante ore dormite a notte?

T come tempo. Nell´epoca dell´I-pod, dell´I-phone, dell´I-pad, tutte cose che già dall´età della scuola elementare i figli chiedono, prepariamoci piuttosto a rispondere alla domanda più dolce e devastante che un figlio possa rivolgere a un genitore o a un educatore: I-tempoperme?

U come utopia. Il sogno di ogni mamma di poter conciliare, senza sensi di colpa, lavoro e maternità. Nell’epoca contemporanea le aspettative delle mamme sono altissime: autonomia, cura della propria femminilità, accudimento del figlio, del marito (se c’è) e della casa.

V come viaggiare. anche con bimbi piccolissimi. I viaggi regalano emozioni indelebili che aiutano a scrivere il libro della vita. (In viaggio col bebè)

Z come zaino, quell’accessorio che ci accompagna da e per tutta la vita: quello per la scuola, per la gita, per il viaggio, per il mare, per la montagna, per la palestra, per la piscina, per l’ospedale (pronto vicino alla porta d’ingresso di casa dal 7mo mese di gravidanza) per l’asilo dei figli, per la scuola dei figli e via dicendo.