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I momenti più dolci della nostra vita... non voglio perdermeli!

Quasi tutti i bimbi del mondo dormono con i genitori condividendone la stanza. Il co-sleeping è una consuetudine praticata dal 90% delle popolazioni del globo e, fino al secolo scorso, era molto diffusa anche da noi.

Poi le teorie cambiano, come cambia il vento e le mode che hanno un presupposto solo filosofico, di rincorsa dell’autonomia e non scientifico, prendono il sopravvento.

Sono convinta che nella crescita di un figlio debba prevalere, sempre, il buon senso e da mamma lavoratrice trovo beneficio nel co-sleeping a richiesta perché mi permette di passare del tempo con il mio bambino nonostante la vita frenetica.

Durante il giorno i bimbi sorvegliano la mamma esattamente come la mamma fa con loro, è un comportamento complementare e reciproco. È facile capire quindi perché durante la notte, un bambino possa sentire l’ansia della separazione. Ma cosa succede se durante il giorno il piccolo non ha a portata d’occhio la madre? Accade che appena ha la possibilità di starle vicino, lo chiede con sorrisi, gesti e lacrime, senza remore. Infatti il contatto fisico tra madre e figlio, per azione dell’ormone dell’amore, l’ossitocina, provoca una sensazione di calma in entrambi.

Sono stata una mamma abbastanza fortunata, Giorgio non mi ha mai dato grandissimi problemi nel dormire….. tranne i primi due mesi di assestamento, per entrambi. Ho sempre tenuto accanto al lettone la sua culletta di vimini e pizzi, per rassicurare me più che lui…. A nove mesi poi(la definisco spesso una seconda gravidanza) il mio piccolo Giò si è visto catapultato in un nuova realtà pronto per affrontare nuove avventure ... sedersi e guardarsi intorno, infilare manine e piedini tra le sbarre di legno, provare ad alzarsi. Il passaggio è stato traumatico solo per qualche settimana, il tempo fisiologico di abituarsi ai nuovi spazi. Oggi (anzi, domani) a 22 mesi è un bimbetto sereno che dorme tranquillamente nel suo lettino ma qualche volta, come è normale che sia, fa le bizze ed io che provo una gioia infinita nell’accudirlo me ne approfitto per riempirlo di coccole.

Quando lo vedo nel suo lettino con le braccia tese verso di me e la faccina complice … come faccio a non prenderlo?! Me lo chiedo ogni sera facendo la dura con me stessa. Ma a chi devo render conto, mi chiedo. Solo al mio cuore! Così con la complicità del papà lo prendo, lui mi abbraccia e ci sistemiamo nel lettone. Mio figlio si abbandona al sonno quasi subito, fiducioso, sereno, felice. Siamo tutti felici di viverci: in famiglia (mamma, papà e nonna) rispondiamo in maniera costante e coerente a tutte le richieste di vicinanza e di rassicurazione del piccolo.

Mamme, partite dal presupposto che ci sarà sempre qualcuno intorno a voi che vi dirà “così sbagli, i bimbi devono imparare ad addormentarsi da soli altrimenti non diventeranno mai autonomi”. Avete mai visto un adolescente dormire con mamma e papà? No! Non lasciatevi convincere, non fatevi prendere dalle paure, non privatevi di questi momenti unici di assoluta tenerezza e complicità. Non esistono studi che dimostrino i benefici di far piangere il bambino finché non si addormenta da solo, di farlo dormire sin da subito solo in cameretta. Anzi, trascurare le richieste di vicinanza del piccolo ostacola il processo di formazione della così detta sicurezza interiore. Questi momenti saranno i ricordi più dolci di una vita, della nostra vita.. ed io non voglio perdermeli!

 

 

P.S. Il co-sleeping è da evitarsi solo in alcuni casi: madri fumatrici, dedite alle droghe, sottoposte a farmaci pesantemente sedativi, obese con disturbi del sonno.

P.S.2 - L'uomo che ti amerà tutta la vita, devi metterlo al mondo tu! Non dimenticatelo mai ❤️