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Perché per alcuni bambini è normale piangere quando sono contrariati o si sono fatti male, mentre per altri non lo è?

Il comportamento dei bambini davanti al dolore, o a una piccola arrabbiatura molte volte sfocia nel pianto, e nella ricerca delle figure di attaccamento. Di solito c’è la necessità di essere coccolati e consolati, perché da quando erano piccoli le figure di attaccamento di fronte a una caduta, o a una delusione li accudivano intervenendo, e il dolore e la sofferenza sparivano di fronte al bacino o alla carezzina della mamma.

Tuttavia non sempre vediamo bambini che si lamentano o piangono di fronte al dolore o alla delusione. Questo perché non tutti hanno avuto gli stessi stili comunicativi da parte dei genitori.

Molto spesso ci sono bambini che anche di fronte a cadute, a forte dolore non piangono e ci domandiamo perché.

I motivi delle diverse conseguenze e reazioni a ferite, o a delusioni sono molto vari: alcuni bambini sono abituati a non ricevere attenzioni e cure maggiori in caso di pianto, per cui il pianto non ha questa funzionalità di attirare attenzione e coccole. O in altri casi, si tratta di fratelli maggiori che cercano di risultare più grandi agli occhi della mamma e distinguersi dal piccolo. Ci sono anche bambini che sono stati abituati a non piangere dai genitori perchè rimproverati o presi in giro, anche se il pianto che è per molto tempo l’unico modo per parlare e farsi conoscere dai genitori, non dovrebbe mai essere considerato come un comportamento del quale vergognarsi.

Ogni reazione è diversa, e dipende dagli stili dell’attaccamento e dalle diverse esperienze che i bambini hanno provato nelle relazioni con gli altri, soprattutto con le figure di riferimento.

Dr.ssa Eleonora Pellegrini

 

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Eleonora Pellegrini vive e lavora a Pistoia. E' una psicologa, laureata in Psicologia Clinica e di Comunità all’Università di Firenze e formata in Psicologia Relazionale e Familiare. Si occupa di difficoltà familiari, relazionali e di coppia (conflitti di coppia, miglioramento del clima familiare, supporto nei periodi difficili, ecc.); supporto nella gestione dei figli (come instaurare e mantenere un buon rapporto, superare i momenti di passaggio e di crisi, adolescenza e conflitti in famiglia, comportamenti devianti e disordini dello sviluppo, problematiche scolastiche e difficoltà di apprendimento, ecc.); problematiche individuali(ansia, depressione, elaborazione del lutto, distacchi familiari, dipendenze, separazioni, ecc.). http://psicologiaperfamiglia.blogspot.it