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Operazione segretissima

Il segnale era un “tiro” di cancello, poi una pausa e poi un altro “tiro”. Michele, il supervisore dell’OCR si incaricò personalmente di andare ad accogliere, uno alla volta, gli “aderenti” e di verificarne l’attendibilità. La sicurezza, in quei casi, non era mai troppa. Ovunque si nascondeva il pericolo di infiltrazioni. Sarebbe bastata una minima disattenzione e il piano sarebbe saltato.

Dopo aver indossato cappotto e cappello, più per nascondere la mia identità che per il freddo (eravamo appena all’inizio dell’autunno), uscì furtivamente di casa senza dare molte spiegazioni e raggiunsi la scuola frequentata da Marta per unirmi agli altri. Ormai da alcuni mesi, stavamo pianificando “CaSMeS” e quella sera era la vigilia dell’avvio delle operazioni.

Tra poco meno di due anni, l’Expo 2015 “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita” ci farà riflettere tutti sui temi del cibo e dell’educazione alimentare e la scuola non può perdere l’occasione per parlare ai bambini dei nuovi scenari globali al centro dei quali c’è il tema del diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta.

La scuola per l’infanzia è il luogo dove i bambini, sin da piccoli, hanno l’opportunità di sperimentare buone prassi in tema di educazione ambientale e sostenibilità. Una di queste è sicuramente il momento della mensa con tutto ciò che riguarda la buona e corretta alimentazione, l’utilizzo delle stoviglie e il riciclo degli scarti alimentari e non. E la cosa non va sottovalutata né dalle istituzioni scolastiche né dai genitori.

Ecco perché, noi genitori, abbiamo deciso di organizzare un Osservatorio Cittadino della Refezione e abbiamo messo a punto, in collaborazione, con l’Ufficio Scuola del nostro Comune, un’attività di controllo a sorpresa delle mense scolastiche (l’operazione “CaSMeS”, appunto). L’obiettivo immediato è quello di verificare il rispetto del contratto di servizio da parte della società incaricata di fornire i pasti e di suggerire miglioramenti per l’eventuale rinnovo del rapporto: trasparenza sulle materie prime e uso di cibo biologico, sostituzione dei piatti di plastica monouso con quelli di ceramica nella distribuzione, caratteristiche di efficienza dei centri pasto, tariffe e modalità del pagamento, altro. Ma la vera ambizione è quella di costruire insieme alla scuola un grande progetto educativo. La posta in gioco è alta: in classi sempre più multi etniche, valorizzare la conoscenza delle “tradizioni alimentari” come elementi culturali; favorire nuovi stili di vita e prevenire le nuove grandi malattie sociali della nostra epoca, dall’obesità alle patologie cardiovascolari, ai tumori; conoscere e gestire le corrette procedure per la conservazione e la distribuzione dei cibi, conservando le caratteristiche nutritive originali.

Una recente ricerca Nomisma/Pentapolis presentata in occasione del Sana 2013, il Salone Internazionale del biologico e del naturale, conferma la crescita del consumo di cibi biologici nelle scuole italiane. Le mense “sostenibili” in cinque anni sono aumentate del 50% e sono oggi circa 1200, concentrate soprattutto nelle regioni settentrionali del Paese. Sono quasi 1,2 milioni i pasti bio consumati annualmente. I menu scolastici propongono per l’81% prodotti biologici, per il 67% prodotti a denominazione di origine protetta, per il 40% prodotti tipici del territorio e per il 33% prodotti equo-solidali. E’ da segnalare che il 69% delle mense scolastiche usa l’acqua del rubinetto. Ma la ricerca evidenzia anche le eccedenze e gli sprechi alimentari. Circa il 10% dei pasti serviti (pari a  87mila tonnellate di cibo) sono eccedenze, delle quali l’85% è totalmente sprecato. Sono infatti 74 mila le tonnellate di cibo della ristorazione collettiva che ogni anno finiscono nella spazzatura. C’è ancora molto da lavorare nel settore della ristorazione scolastica e molte sono le norme, presenti e in discussione a livello regionale e nazionale, per prevede in capo ai “soggetti appaltanti” l’obbligo di prevedere una adeguata quota di prodotti provenienti da sistemi di filiera corta e biologica, nonché una riserva di punteggio per le offerte di servizi e forniture rispondenti al modello nutrizionale della dieta mediterranea.

Papi, perché mi chiedi sempre cosa ho mangiato? E poi perché sei venuto a scuola oggi e, senza venirmi a salutare, sei andato in cucina con i dadi? La maestra ci ha detto che, ogni tanto, venite ad assaggiare le cose che mangiamo noi. Ma tu e mamma non avete da mangiare a casa? La partecipazione dei genitori alla vita della scuola e la collaborazione tra famiglie e istituzioni è la via maestra per realizzare ambiziosi progetti di promozione di standard di qualità dei servizi scolastici (compresa l’organizzazione della refezione) e preparare per i nostri bambini, sin dalla scuola dell’infanzia, un futuro migliore e sostenibile. Peccato, però, che così facendo si sia perso il carattere segretissimo dell’operazione. Avevo già sognato di ripercorre le avventure dei più famosi agenti segreti del mondo. Inviato dall’OCR e travestito da dado, mi sarei intrufolato nella scuola, al momento giusto, e avrei potuto svelare al mondo le malefatte dell’organizzazione nemica.

Antonio Cardelli