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Categoria: Salute e Benessere
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Pubblicato Venerdì, 24 Giugno 2016 11:05
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Scritto da Margherita Marconi
Con il termine di “plagiocefalia posizionale posteriore” si intende una condizione di anomalia nella forma del cranio del neonato (dismorfismo) osservata durante i primi mesi di vita, quando le sue ossa sono ancora morbide e più facilmente modificabili in base alle posizioni che assume, chiaramente in assenza di una precoce saldatura delle suture craniche (detta craniostenosi) : i bambini si presentano all’osservazione con un cranio asimmetrico, spesso dalla caratteristica forma “a parallelogramma “.
Il cranio del bambino è una struttura malleabile ed elastica, poiché si deve poter adattare a molteplici forze sia all’interno dell’utero sia nel passaggio attraverso il canale del parto. Tale struttura, può essere considerata come una cellula che deve crescere e svilupparsi in modo armonioso, esattamente come il cranio del neonato: se su di esso sono applicate forze simmetriche avrà una crescita fisiologica, altrimenti potrà presentare delle anomalie di forma, movimento e di funzionalità. Posizioni viziate in utero, traumi da parto e posizioni viziate post natali sono la causa di asimmetrie del cranio e di una potenziale crescita anomala.
La plagiocefalia posizionale posteriore rappresenta quasi sempre una condizione reversibile e benigna, perché l’organismo, in assenza di stimoli aberranti (come la craniostenosi), è in grado di accomodare tale dismorfismo e di eliminarlo, poiché le ossa del cranio, alla nascita, sono caratterizzate dalla presenza di un tessuto connettivo membranoso morbido e sono quindi sottoposte a fenomeni di rimodellamento. Infatti se la causa perturbante è extracranica, è sufficiente rimuovere le condizioni che stimolano un mal posizionamento del capo (come nel caso di tensioni muscolari che possono nascere in seguito a traumatismi del parto o vizi posturali acquisiti in utero o in culla).
Tale asimmetria si presenta spesso già alla nascita e molto spesso associata anche al torcicollo (condizione in cui un muscolo teso o accorciato in un lato del collo fa sì che la testa si pieghi da un lato, e resti piegata nella stessa posizione), spesso è di irrilevante entità all’inizio, può passare inosservata ai genitori diventando più evidente a partire dal secondo, terzo mese di vita del neonato.
Viene subito fatta una prima distinzione tra plagiocefalia posizionale e la deformità del cranio in quanto quest’ultima si riferisce ad una precoce ossificazione di una o più suture del cranio (craniostenosi), di solito presente già alla nascita, e il cui trattamento è quasi esclusivamente chirurgico o tramite l’ausilio di tutori ortopedici.
Cosa può determinare l’insorgere di una plagiocefalia posizionale?
Il cranio del neonato possiede una elevata plasticità e malleabilità legata alle sue intrinseche capacità di modellamento e “adattamento” a pressioni e compressioni ricevute dapprima all’interno dell’utero materno e in seguito durante il travaglio e l’impegno nel canale del parto. Ma al di là delle sue potenzialità, quando e perché può insorgere un problema?
Sicuramente i due momenti più coinvolti nell’insorgere di una plagiocefalia posizionale posteriore sono la vita intra-uterina e il travaglio con la successiva espulsione del feto attraverso il canale del parto.
L’utero, in condizioni normali, deve accogliere il feto in un ambiente più confortevole possibile ma per una moltitudine di cause questo potrebbe non avvenire e comportare una limitazione nello spazio di vita fetale: per esempio il bacino materno potrebbe presentare asimmetrie strutturali legate al sistema muscolo scheletrico, esiti di interventi chirurgici potrebbero aver creato aderenze cicatriziali… ed è per questo motivo che alla donna che programma una gravidanza si consiglia di fare una visita osteopatica, in modo da “preparare” il corpo della futura mamma ad adattarsi e accogliere meglio i cambiamenti strutturali richiesti dal crescita del neonato. In un utero dalle dimensioni ridotte, il feto può subire limitazioni negli spostamenti, e trovarsi costretto nella medesima posizione per un periodo di tempo prolungato. La posizione del capo e del collo, a lungo mantenuta, associate alla malleabilità delle ossa, tendono a determinare una anomalia nella forma cranica ed uno squilibrio tensivo dei muscoli del collo (in particolare dello sternocleidomastoideo). Dopo la nascita il bambino tenderà a prediligere la stessa posizione mantenuta in utero, mantenendo così l’anomala forma acquisita.
Il passaggio della testa del feto lungo il canale del parto determina il modellamento delle ossa craniche e rappresenta uno stimolo meccanico essenziale per il corretto sviluppo del cranio e di tutto il corpo. Tuttavia nonostante le ossa del cranio possiedano una notevole capacità di assorbire le compressioni durante il parto, (grazie alla loro plasticità unita agli adattamenti del bacino materno e dell’utero indotti dal travaglio) quando l’insulto meccanico (in caso di travaglio troppo lungo, parto distocico, podalico o con utilizzo del forcipe) supera la capacità di adattamento delle ossa del cranio, possono originare nel neonato disfunzioni a carico delle ossa craniche e delle suture poste tra di esse. Si spiega infatti come, per via di un difficile travaglio ad esempio, molti neonati hanno una forma insolita del cranio (ad esempio un cranio allungato, naso più schiacciato, occhio più chiuso...). In entrambi i tipi di parto (naturale e cesareo) se l’adattamento fisiologico del cranio non avviene in modo fisiologico, l’osteopata interviene per normalizzare le disfunzioni instauratesi evitando che queste si possano complicare in futuro e per permettere una crescita naturale e armoniosa del neonato sotto ogni suo aspetto.
Cosa dobbiamo osservare nel cranio del nostro neonato?
Ci si accorge che il neonato presenta un'asimmetria della testa se si osserva la testa del bambino dall'alto infatti da questa visuale è possibile notare aree più piatte, generalmente nella zona posteriore (occipitale) al lato dx o sx in corrispondenza comunque della parte che poggia per abitudine durante il sonno; in alcuni casi è possibile scorgere delle orecchie che si posizionano una in avanti e l'altra all'indietro, inoltre la zona frontale può presentare una sorta di prominenza. In sostanza la testa vista dall'alto assume un aspetto obliquo “a parallelogramma” .
Quali sintomi ha un neonato con plagiocefalia posizionale posteriore ?
Le asimmetrie del cranio possono perturbare gli elementi vascolari e nervosi in esso contenuti, manifestandosi successivamente con problematiche specifiche.
Le ripercussioni possibili sono numerose: può essere interessata la sfera muscolo-scheletrica, poiché l’asimmetria della struttura ossea e della mobilità cranica comporta una disomogenea tensione fasciale lungo tutta la colonna vertebrale fino all’osso sacro, instaurando possibili deficit posturali che si evidenzieranno durante la crescita sotto forma di scoliosi, dismetrie e dismorfismi degli arti inferiori (ginocchia vare, valghe, alterazioni dell’arco plantare). La sfera dell’occlusione dentale è facilmente influenzabile potendo concorrere allo sviluppo di svariati tipi di malocclusione dentale e disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare ATM (morso crociato, morso aperto, morso profondo). Anomalie di mobilità delle ossa temporali, frontali, e mascellari possono predisporre il bambino ad otiti ricorrenti, sinusiti, riniti e infezioni respiratorie frequenti e anche deficit visivi (strabismo). Altre sintomatologie possono derivare dalla limitazione del foro lacero posteriore, localizzato alla base del cranio. Tale forame è importantissimo poiché sede di passaggio della vena giugulare interna, del nervo glossofaringeo, vago e accessorio: una limitazione dello sviluppo di questo orifizio può alterare la funzionalità di questi 3 nervi e del flusso venoso di drenaggio dal cranio dando disturbi della suzione e della deglutizione con rigurgiti frequenti dopo ogni poppata, vomito, coliche gassose, stipsi e diarrea, e ancora irritabilità, agitazione e disturbi del sonno. Inoltre una irritazione del nervo accessorio può essere la causa dell’insorgere alla nascita del torcicollo miogeno congenito, con un deficit funzionale della muscolatura cervicale ad esso collegata.
Perché portare il neonato dell’osteopata
“I tessuti posseggono una loro memoria” e tutto rimane impresso.
Per questo è importante l’osteopatia nei bambini, perché evita che le disfunzioni si strutturino.
Il trattamento osteopatico del neonato, mediante l’utilizzo di tecniche osteopatiche craniali e sistemiche adattate al neonato, permette di correggere l’asimmetria della testa, le tensioni delle suture tra le diverse ossa craniche, e di ripristinare le tensioni delle membrane intracraniche, consentendo una crescita armoniosa delle ossa del cranio garantendo lo sviluppo fisiologico dell’encefalo. Inoltre tutte le tecniche osteopatiche adattate ai piccoli pazienti NON hanno controindicazioni, sono ben tollerate dal neonato e sono mirate a risolvere gli stiramenti articolari, membranosi e fluidici non solo del cranio, ma anche del rachide cervicale e della colonna vertebrale in toto prevenendo l’instaurarsi di adattamenti funzionali della colonna stessa che si manifesteranno in fase di crescita con la comparsa di scoliosi, atteggiamenti scoliotici, dismorfismi agli arti inferiori (ginocchia vare, valghe, piede piatto o cavo), e problematiche nella occlusione dentale. Da ciò si deduce che è importante trattare questi bambini in fase precoce, già nella prima settimana di vita e proseguire con regolarità per dare equilibrio tissutale alle zone di distorsione almeno sino ai 12-18 mesi. Già verso la fine del primo anno di vita è più difficile ottenere dei buoni risultati.
Proprio per questo, l’osteopatia pediatrica è il caso più reale di medicina preventiva.
Sono svariate le tecniche e gli approcci che l’osteopata ha a disposizione. L’osteopatia tratta il paziente e non la malattia: l’intenzione è quella di ripristinare l’integrità strutturale e la continuità dei fluidi. Solo allora il corpo potrà mettere in atto il suo potere d’autoguarigione.
Dopo una preventiva osservazione del bambino si procede al trattamento dei disturbi funzionali, volto ad alleviare, laddove ci fossero, tensioni alla colonna vertebrale oppure a valutare che il movimento delle ossa craniche sia buono. L’azione dell’osteopata non si limita alla correzione di un osso in rapporto ad un altro, egli cerca di restituire ai differenti tessuti le proprie funzioni, una delle quali è la possibilità di rispondere alle sollecitazioni circostanti.
In particolare in pediatria si utilizza un approccio cranio-sacrale ,ovvero un metodo gentile, non invasivo ed efficace di trattamento manuale. L’osteopata controlla il ritmo cranio-sacrale con entrambe le mani e attraverso manovre molto dolci (la forza inferiore ai 3 grammi) riequilibra cranio e sacro.
Il trattamento osteopatico apporta i seguenti benefici al bambino:
- migliora e/o corregge la asimmetria cranica
- migliora la suzione e la deglutizione
- riduce le coliche gassose e i rigurgiti dopo le poppate, e problematiche di stipsi e diarrea
- migliora la qualità del sonno
- stimola il sistema immunitario, riducendo l’incidenza e l’intensità di infezioni ricorrenti quali otiti, riniti, faringiti ricorrenti;
- migliora i disturbi respiratori nei bimbi con asma, bronchite, bronchioliti
- migliora le difficoltà comportamentali come ad es. difficoltà d’apprendimento, deficit di attenzione, irrequietezza.
R. prima del TT osteopatico R. dopo i TT osteopatici
Le immagini qui presentate sono di un neonato con una plagiocefalia posizionale destra, giunto alla mia osservazione nei suoi primi mesi di vita e trattato con cadenza regolare durante il primo anno di vita. Associata alla anomalia nella forma del cranio (ben evidenziata nelle foto a sinistra) era evidente anche una deviazione piuttosto organizzata del collo verso destra, che costringeva il piccolo a mantenere il capo costantemente deviato verso destra sia da seduto che da supino, limitandogli l’esplorazione visiva e tattile nel suo emilato ed emispazio corporeo sinistro. Bene, nelle immagini a destra sono visibili le modifiche positive che il trattamento osteopatico ha apportato sia nella forma del cranio che nel posizionamento del collo. Oggi, a distanza di quasi 24 mesi dal primo trattamento osteopatico, il mio piccolo paziente R. non ha residuato nessun deficit morfologico nella forma del cranio, e ha un ottimo controllo del capo, privo di deviazioni laterali e anomalie nella sua postura. Con grande affetto ringrazio il piccolo R. per l’immensa gioia umana e professionale che il suo eccellente recupero mi ha trasmesso e i suoi splendidi genitori, la cui incondizionata fiducia, mi ha permesso di donare , senza limite alcuno, tutto il sapere in mio possesso.
Cosa possiamo consigliare ai genitori?
La raccomandazione è di modificare frequentemente la posizione del neonato variando la posizione della testa tra destra e sinistra, per evitare l’insorgenza, o il peggioramento, di una deformità cranica da posizione. Inoltre si consiglia di mettere i bambini in posizione prona (pancia in giu') durante la fase di veglia per rafforzare la struttura muscolare e lo sviluppo motorio. Durante il giorno, incoraggiate il bambino a trascorrere più tempo possibile a pancia in giù (tempo sullo stomaco): la maggior parte dei bambini non ama questa posizione all’inizio poiché non hanno abbastanza forza da tenere su la testa tuttavia è importante proporre e prolungare gradualmente il tempo trascorso a pancia in giù perché questo li aiuterà a sviluppare forza nei muscoli del collo e del tronco, per progredire nel loro sviluppo neuro-motorio in modo da spingersi in alto e trascinarsi. Il tempo sullo stomaco può essere reso più semplice, usando un sostegno sotto il torace per renderli in grado di alzare più facilmente la testa. Inoltre .Inizio modulova considerata la posizione della testa del bambino mentre lo trasportate, gli date da mangiare o lo cambiate, alternare il lato su cui svolgete l’attività, poiché questo li incoraggerà a guardare in entrambe le direzioni. Man mano che si sviluppa la forza del vostro bambino, dovreste trascorrere del tempo trasportandolo a pancia in giù, poiché questo lo incoraggerà a guardare in su’, sviluppando ulteriormente la forza nel collo e nel tronco:Inizio modulo questa posizione rappresenta un esercizio fisico importante alla prevenzione del torcicollo acquisito e rinforza la muscolatura cervicale. Inoltre ulteriori stimoli positivi sarebbero: durante il cambio del pannolino, o nei momenti di veglia del bambino favorire il movimento della testa attraendo la sua attenzione da diverse posizioni, alternare i lati ad ogni pasto quando si imbocca il bambino, favorire le rotazioni della testa se il bambino passa molto tempo nel seggiolino o nella carrozzina, posizionandolo in modo che la testa sia libera di muoversi e non appoggi posteriormente (utile il posizionamento di sostegni laterali alla schiena).
Dott.sa Margherita Marconi
D.O. Osteopata m. R.O.I.
Margherita Marconi nasce a Bari il 4 Luglio 1980. Dopo aver conseguito con il massimo dei voti e lode accademica la laurea in Fisioterapia, decide di intraprendere il percorso di studi per conseguire il diploma in Osteopatia, raggiunto con successo alcuni anni fa. Nel corso degli anni di studio formativi, parallelamente alla costante attività lavorativa, ha partecipato a numerosi corsi di formazione abilitanti in ambito osteopatico e fisioterapico al fine di incrementare e perfezionare le sue abilità teorico-pratiche. La passione per l’ambito osteopatico la porta ad oggi ad esercitare la professione di Osteopata da libero professionista presso lo Studio NOA. Dal 2012 ad oggi collabora in qualità di assistente alla formazione degli studenti iscritti alla Scuola di Osteopatia A.T.Still Academy Italia. La dott.sa Marconi riceve su appuntamento concordato al numero 348/1016772 presso lo Studio NOA - Via Casamassima n°94 , Capurso (Bari).