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Aborto, Abbaticchio: "Bisogna avviare programmi di educazione alla salute con la formazione"

Riceviamo e pubblichiamo il punto di vista dell’assessore al Comune di Bari, Abbaticchio sulla legge 194 e le politiche di prevenzione.

Gli aborti volontari in Italia continuano a diminuire, segno che la Legge 194 funziona e che quindi non sono necessarie modifiche legislative ma sono piuttosto da rafforzare le iniziative in favore dell’informazione contraccettiva e dell’educazione alla sessualità nelle scuole, con un funzionamento più qualificato dei consultori familiari.

La tendenza alla diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza diventa ancora più evidente se si scorporano i dati relativi alle donne italiane rispetto alle straniere, tra le quali invece il fenomeno è in costante aumento, a prescindere dalla provenienza geografica e dalla religione. Le coppie italiane, e le donne in particolare, sono sempre più portate verso una scelta di genitorialità responsabile, e quindi di una procreazione responsabile.

Viviamo in un Paese a bassa natalità, ma che ricorre sempre meno all’interruzione volontaria di gravidanza. L’aborto quindi, per fortuna, non è utilizzato come metodo contraccettivo. Il tasso di abortività sembra collegarsi non soltanto ai classici fattori di prevenzione, spesso non utilizzati(educazione sessuale scolastica, diffusione dei metodi contraccettivi, accesso più semplificato alla contraccezione di emergenza), ma anche a fattori culturali più ampi, in parte da indagare, e che bisogna mettere a fuoco comprendendo ancora il rischio del ricorso all’aborto clandestino.

L’impegno più forte per prevenire il ricorso all’aborto, soprattutto nel mondo giovanile e minorile, è quello di impegnare risorse economiche finanziarie su progetti obiettivo condivisi tra ASL, Comune e Scuola.

Salute giovanile intesa come benessere sociale, sessualità intesa come conoscenza dei propri sentimenti e desideri, tutela del corpo intesa come prevenzione dalle malattie sessualmente trasmesse, dall’alcolismo, dalle tossicodipendenze e dalla violenza sessuale: devono essere questi gli obiettivi guida dei programmi formativi per gli  operatori scolastici, sanitari e sociali. Un percorso nuovo, con leggi regionali più appropriate e specifiche voci in bilancio.

Un approccio diverso nella gestione delle politiche socio-sanitarie decentrate per la tutela dei giovani, delle donne e delle famiglie. Bisogna, quindi, avviare programmi di educazione alla salute con la formazione di équipe territoriali stabili che attivino corsi di formazione per docenti, famiglie e studenti al fine di favorire processi conoscitivi a sostegno dello sviluppo psico-fisico dell’adolescente, sia di sesso maschile che femminile. È un compito istituzionale a cui non ci si può e non ci si deve sottrarre.

Ludovico Abbaticchio