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Certificato penale anti-pedofilia obbligatorio: tutto quello che non mi convince

La norma che attua la direttiva dell’Unione europea relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile oltre ad aver generato una gran confusione non mi offre, da mamma, alcuna sicurezza.

Primo dubbio - Lo scopo del decreto legislativo 39/2014 è quello di monitorare il passato delle persone che sono regolarmente a contatto con i minori, per escludere che a loro carico risultino condanne per alcuni reati previsti dal Codice penale. Gli articoli di riferimento sono questi: articolo 600-bis (prostituzione minorile), 600-ter (pornografia minorile), 600-quater (pornografia virtuale), 600-quinquies (turismo sessuale) e 609-undecies (adescamento dei minorenni). Ma se ci fossero procedimenti pendenti legati a presunti reati commessi più di recente? Non si riuscirebbe ad averne traccia perché nel casellario giudiziale sono indicate solo le condanne definitive.

Secondo dubbio - Il contratto di lavoro andrà a “braccetto” del certificato penale in tutti quei lavori che hanno come oggetto della prestazione un contatto diretto e regolare con i minori: dal professore al bidello, al pediatra, dall’allenatore all’educatore. Sono, invece, escluse tutte le forme di collaborazione che non si strutturano all’interno di un definito rapporto di lavoro. Quindi la "persona" "pericolosa" è da identikit "contrattualizzata"?

Terzo dubbio – Niente certificato per coloro che svolgono un lavoro a diretto contatto con i minori ma che sono già sotto contratto. Il certificato vale solo per i nuovi assunti. Quanti casi di molestie avvenute per mano di dipendenti già “contrattualizzati” possiamo raccontare? Tanti. Non sarebbe meglio controllarli tutti? Così, per sicurezza. Quando si parla di bambini non si scherza.

Quarto dubbio – La possibilità di procedere all'assunzione, in attesa dell'attestato del casellario giudiziale, con un'autocertificazione del lavoratore  (che dichiari di non aver avuto condanne per reati contro bambini) che sicurezza può dare ad una mamma? Quanti casi di autocertificazioni non veritiere possiamo elencare?

Quinto dubbio - Secondo il Ministero l’occhio vigile di mamma e papà rende inutile il certificato antipedofilia per le babysitter. Mamme e papà hanno superpoteri ma non il dono dell'ubiquità. Come fanno a controllare (se sono al lavoro)?

Non sarebbe meglio applicare la normativa semplicemente a tutti coloro che lavorano con i minori? Baby sitter, preti e catechisti inclusi?

Cosa ne pensate voi?