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Un viaggio è una festa. Per noi…ancor più

Lo abbiamo deciso così. Un po’ di pancia. Partiamo, andiamo a trovare zia Flaminia in Belgio. Oscar ha 15 mesi e mezzo. Un bambino tranquillo, giocherellone, mammone quanto basta, curioso del mondo, amante dei mezzi di trasporto. Tutti. 

Lo abbiamo coinvolto subito nel nostro primo viaggio di famiglia. Prima volta con l’aereo. Prima carta di identità. Prima valigia. Prima esperienza europea in tre. Da genitori un po’ “a modo nostro” (che non vuol dire illuminati) spieghiamo a nostro figlio qualsiasi cosa si decida di fare (o di non fare). La mattina gli diciamo cosa faremo tutto il giorno. Se si va all’asilo o dalla nonna o si sta con la cugina. Fino alla sera. Figuriamoci se non avremmo dovuto spiegargli del suo primo viaggio. A trovare la zia coi capelli ricci, come lui.

 

Come si può coinvolgere un bambino così piccolo ma così “spugna” in un’esperienza che forse ricorderà solo per foto e video. Ma soprattutto perché farlo.

Il mio modesto parere – suscettibile di critiche – è che un bambino recepisca tutto ciò che facciamo ogni giorno e ogni piccolo tassello è un momento della sua crescita. Un viaggio – con l’aereo, in un altro luogo dove non si parla la nostra lingua, non si mangia il nostro cibo, in cui si vedono cose nuove e si sentono odori diversi – è un’occasione speciale di questa crescita.

Per questo motivo ho fatto la mia prima scelta preparando la valigia. Nel senso che l’ho fatta preparare anche a lui, con le sue cose. Le sue maglie, i suoi pantaloni, la sua felpa preferita con le stelle. Un po’ di roba accanto a quella di mamma  e un po’ con quella di papà. Perché “O” (così risponde quando gli chiedi il suo nome) è un po’ di mamma e un po’ di papà. Abbiamo messo tutte le carte con le nostre foto in un borsellino e anche qualche spicciolo che può sempre servire (per ora possiamo dirgli questo).

Poi c’è quella frizzante eccitazione che precede ogni partenza. Una sensazione che si sparge in tutta la casa e che ti fa battere i piedi dalla felicità. Soprattutto se il giorno della partenza coincide con quello del compleanno della mamma e l’anniversario di matrimonio di mamma e papà. Il 13 è un giorno speciale. Lo festeggeremo per sempre. Questa volta ci siamo regalati il primo viaggio “vero” in tre. Un’esperienza che farà crescere tutti, ancora una volta.

Se vi piace questo nostro modo di intendere la partenza, continuateci a leggere nei nostri post sull’happy trip to Bruxelles&Amsterdam. Ora andiamo a chiudere i bagagli ;)