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L'esperto risponde

Quando cessa il dovere di mantenere agli studi il figlio maggiorenne?

Quando cessa il dovere di mantenere agli studi il figlio maggiorenne?

Sin quando non si rendono autosufficienti.

I diritti del padre

Ho una bimba di 6 mesi riconosciuta dal padre ma fuori dal matrimonio. Il padre non convive piu'con noi. Che diritti ha il padre?Deve dare qualcosa per la bimba? E se non contribuisce?

Il padre ha sempre diritti sin quando non viene dichiarato decaduto dalla potestà, anzi adesso si chiama responsabilità genitoriale. Se non contribuisce per sua volontà si può agire penalmente e civilmente, se non riesce a contribuire devono intervenire i nonni paterni.

Cos’è il mobbing genitoriale?

Si manifesta a causa della rottura dell'equilibrio endofamiliare conseguente alle procedure di separazione o divorzio tra i coniugi: a fronte di simili eventi traumatici, tale tipologia di mobbing si insinua, come ben esplicato in dottrina, all'interno della coppia, ripercuotendosi inevitabilmente sulla prole. In tal caso, infatti, il genitore «mobber» tende, volte, a mettere in atto una strategia di «alienazione parentale», ossia ad estromettere il genitore-vittima dal proprio ruolo genitoriale, adoperandosi ad esempio, nel caso in cui sia l'affidatario dei figli, ad impedire all'altro coniuge qualsiasi interferenza nella gestione dei rapporti con la prole.

Con quali criteri il giudice decide con chi deve vivere un figlio?

Innanzitutto l’età del bambino, in considerazione della teoria dell’attaccamento, per cui almeno sino al quarto o quinto anno di vita il bambino viene collocato presso la madre. Altri fattori possono essere la tenuta psicofisica dei genitori, eventuali patologie o stati di carcerazioni di uno o dell’altro, eventuali dipendenze patologiche di uno dell’altro, tutto ciò almeno sino al 12.mo anno di età, dopo il quale il giudice deve tenere in considerazione le istanze del bambino stesso.

Avv. Massimiliano Arena

Genitori separati e vacanze. Cosa dice la legge?

La legge non dice nulla, se non c’è accordo libero tra le parti di norma funziona così: Natale e Pasqua equamente divisi tra i genitori, con alternanza dei giorni più importanti, uno anno dal padre, l’anno seguente dalla madre (per esempio un anno 24 e 25 dicembre col padre e 31 dicembre e 1 gennaio con la madre, l’anno seguente a parti invertite). Per l’estate si va da un minino di due ad un massimo di quattro settimane, anche non consecutivi, col genitore con cui abitualmente il minore non convive.

Avv. Massimiliano Arena